ARTICOLI UTILISSIMI
MIEI CARI AMICI, VI PROPONGO I MIEI ARTICOLI PREFERITI TRATTI DAL SITO www.tipresentoilcane.com...
Le “cugginate” alimentari
Tra le migliaia di dicerie e leggende che popolano il mondo cinofilo, quelle sull’alimentazione sono sicuramente le più numerose…e purtroppo anche le più diffuse.
Non c’è proprietario di cane che non abbia imparato (rigorosamente da “suocuggino”!) qualche preziosissima “regola” che si tramanda da generazioni, e come tale viene presa per oro colato.
Nove volte su dieci, queste regole d’oro sono proprio “cugginate”, da smentire rapidamente se non si vogliono causare danni alla salute del cane (o, nella migliore delle ipotesi, lasciare il tempo che si trova quando invece ci si illuderebbe di curare una patologia o un semplice malessere).
Finora, su “Ti presento il cane”, abbiamo sempre esaminato una “cugginata” alla volta: ma nel caso dell’alimentazione ci sembra più corretto riunirne insieme diverse, perché in caso contrario occorrerebbero anni per discuterle tutte. E nel corso di questi anni qualche cane rischierebbe di continuare a vedersi somministrare riso o limone per fermare la diarrea, di veder considerare corretta un’alimentazione a base di pane e latte e – cosa forse più drammatica di tutte, data la frequenza con cui viene consigliata perfino da alcuni veterinari – di vedersi somministrare calcio a tutto spiano come teorica prevenzione delle patologie scheletriche (che il sovradosaggio di calcio provoca, anziché curare).
Ecco quindi un primo elenco di diffusissime “cugginate” in tema di alimentazione:
Il cane deve mangiare una sola volta al giorno
Assolutamente NO! Alimentare il cane una sola volta al giorno gli procura attacchi di voracità pazzesca con conseguenti “grandi abbuffate”…che sonole più fortemente indiziate tra le possibili cause di dilatazione/torsione dello stomaco (patologia letale se non si interviene in tempi rapidissimi con l’intervento chirurgico).
Soprattutto i cani di taglia grande e gigante, particolarmente soggetti alla torsione, dovrebbero mangiare addirittura tre volte al giorno: per tutti gli altri sono caldamente consigliabili i due pasti.
Le crocchette fanno male!
Fa male (o almeno, non fa bene) il mangime di scarsa qualità.
Il buon mangime industriale (non le scatolette da supermercato, insomma, ma il pet food di elevato livello qualitativo) è sicuramente il miglior compromesso tra le esigenze del proprietario e quelle del cane, consentendo di fornire un’alimentazione bilanciata ed equilibrata senza bisogno di prendere una laurea in scienze dell’alimentazione.
In realtà una pappa casalinga preparata con la massima cura potrebbe forse dare qualcosa in più anche rispetto al miglior mangime del mondo: ma per preparare una pappa realmente valida, bilanciata e fornita di tutti gli elementi necessari, occorrono conoscenze scientifiche che il 99.9% dei proprietari non possiede.
La pappa preparata “con tanto amore”, ma senza conoscenza specifica, è quasi sempre squilibrata e può portare a problemi di salute: quindi mille volte meglio affidarsi al mangime industriale, solitamente studiato da fior di nutrizionisti.
Il cane deve digiunare almeno una volta alla settimana
E perché? A quale scopo?
Questa diceria è comunissima, la si sente praticamente ovunque: ma non ha alcun fondamento scientifico. Che ogni tanto faccia bene “tenersi leggeri” è vero per il cane come per l’uomo, ma non c’è alcun bisogno di digiunare del tutto, tanto meno con periodicità settimanale!
Nel mangime industriale ci sono tutte le possibili porcherie, dalla piume alle unghie, dal cartone al polistirolo.
Questa leggenda metropolitana si sente talora applicare anche agli alimenti preconfezionati per l’alimentazione umana (specie quelli a base di pollo).
Normalmente parte come diceria “a bersaglio” (il mangime X è fatto col cartone), probabilmente frutto di una voluta e studiata strategia da parte di ditte concorrenti: man mano che il passaparola comincia a dare i suoi frutti, però, l’accusa di partenza perde per strada il nome del mangime incriminato e il discorso si allarga a tutto il pet-food (o, nel caso dell’alimentazione umana, a tutti i tonni in scatola, a tutti i polli, a tutto il formaggio parmigiano e via dicendo).
E’ indubbio che un fondamento di verità, in queste dicerie, esista: nel senso che non tutti i mangimi contengono “solo” carne di altissima qualità, così come è vero che alcuni animali da macello (usati per l’alimentazione canina e/o umana) non sono esattamente allevati sui verdi pascoli della pubblicità e non mangiano erbetta di prima scelta. Il caso della “mucca pazza” è stato forse l’esempio più eclatante. Sta di fatto, però, che il mangime industriale è soggetto a controlli severissimi (che proprio in Italia sono particolarmente rigidi, assai più che in altri Paesi): quindi mi sentirei proprio di escludere la presenza di plastica, cartone e simili amenità all’interno di qualsiasi mangime, anche il più scadente. NON è da escludere, invece, la presenza di parti dell’animale che possono apparire raccapriccianti agli umani, ma che i cani sgranocchierebbero anche in natura con mucho gusto (vedi per esempio le zampe di pollo): questi elementi non sono dannosi, anche se non contengono certamente proteine nobili come la carne “vera”.
Questo fa la differenza tra un buon mangime e un mangime “da supermercato”: però basta leggere attentamente le etichette per capire cosa può essere contenuto in un sacco, e in quale percentuale. Ricordiamo infine che molte delle dicerie che valgono per il mangime industriale valgono anche per il prodotto fresco: se davvero i polli sono imbottiti di ormoni ed antibiotici, non è certo l’acquisto del pollo in macelleria – anziché quello dello stesso pollo macinato e impellettato nelle crocchette – ad evitare il problema.
Non ci resta che sperare (per i cani e per noi) che si tratti di dicerie…almeno in buona parte!
Il mangime secco fa bere troppo: meglio le scatolette
In realtà il mangime secco fa “bere troppo” solo se non viene lasciata l’acqua a disposizione: in questo caso, ovviamente, il cane si “abbuffa” d’acqua appena riesce a raggiungerla…come faremmo anche noi se a tavola ci fosse fornito solo il cibo, ma non le bevande! Le cosiddette “scatolette”, al contrario, fanno venire meno sete solo perché sono costituite da un’altissima percentuale di acqua: infatti per soddisfare a scatolette il fabbisogno di un cane di media taglia occorre un quantitativo di pappa di dimensioni industriali (che normalmente produce anche cacche di dimensioni altrettanto industriali).
Amo talmente il mio cane che gli do proprio le stesse cose che mangio io!
Pensate a un Panda che avesse un “uomo da compagnia” e che facesse lo stesso ragionamento: che meraviglia, foglie di bambù per tutta la vita!!!
C’è da uscire pazzi di gioia.
Il cane non può e non deve mangiare cibo umano: non digerisce gli amidi, spesso digerisce male i derivati del latte, è prevalentemente carnivoro e non assimila i vegetali, che passano indisturbati lungo il suo apparato digerente senza apportargli il minimo nutrimento.
Sughi, intingoli, dolci e altri elementi immancabili nell’alimentazione umana danneggiano la sua salute. Il cioccolato e le cipolle per lui sono tossici…e così via.
Il cane è un carnivoro, quindi gli do solo carne
Il cane non è “solo” carnivoro: non è propriamente un onnivoro, ma di sicuro è un carnivoro “allargato”, che in natura mangia anche altre cose (gli intestini delle sue prede, erbivore, contengono fibre vegetali; ma il cane selvatico mangia direttamente anche erba e cereali, assumendo quindi carboidrati). L’alimentazione solo carnea è squilibrata ed è particolarmente pericolosa per i cuccioli (in cui provoca carenza di calcio) e per i cani anziani (sovraccarico renale).
La carne va da solo cruda, perché altrimenti le proteine si rovinano
E se “si rovinano” (ovvero, se una parte di principio nutritivo va perduta con la cottura), basta dargliene un po’ di più!
La carne cruda è una probabile fonte di malattie batteriche e parassitarie, quindi è sempre meglio quantomeno scottarla.
La carne va data sempre cotta, perché così il cane la digerisce meglio.
Il cane – prevalentemente carnivoro -digerisce la carne in ogni modo possibile…e comunque, se proprio vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo, la digeribilità è superiore quando la carne è cruda. La carne si deve cuocere per uccidere i possibili parassiti e batteri (vedi sopra), non certo per aumentarne la digeribilità: e a questo scopo basta scottarla, non serve cuocerla a lungo.
Non do mai carne al mio cane, perché se sente il gusto del sangue poi diventa feroce.
Unico commento possibile: AHAHAHAHAHAHAHA!!! Davvero, si può solo ridere…eppure questa diceria salta fuori imperterrita ogni giorno in mille parchetti, da mille diversi “cuggini”.
Al mio cane do tanto latte perché gli fa bene e ha tanto calcio
Il latte fa bene agli UMANI.
Un cane adulto, a meno che non abbia continuato ad assumerlo per tutta la vita, non possiede più gli enzimi necessari a digerire il latte (che non fa parte della sua alimentazione naturale): quindi, come minimo, va in diarrea.
Per quanto riguarda il calcio, poi…al cane ne servono circa 4-5000 mg al giorno: in un litro di latte ci sono 1200 mg di calcio, quindi il cane, per ottenere davvero un beneficio, dovrebbe bersene 4 o 5 litri al giorno (e a questo punto le scariche diarroiche sarebbero micidiali)!
Ma quale latte! Io, per garantirgli il calcio sufficiente, gli do un bell’osso da rosicchiare tutti i giorni: così si pulisce anche i denti.
Anche in questo caso, l’apporto di calcio è davvero infinitesimale: in compenso le ossa, specie se cotte e friabili, sono una possibile causa di occlusioni e di perforazioni intestinali, entrambe potenzialmente letali per il cane.
Per tenere puliti i denti esistono in commercio migliaia di prodotti “rosicchiabili” esenti da tutti i gravi rischi legati alle ossa (per non parlare di spazzolini, dentifrici, ditali ecc. ecc.)
Quando il mio cane ha la diarrea, gli faccio una bella ciotola di riso in bianco
Anche in questo caso si confonde l’uomo con il cane.
Per l’uomo, infatti, il riso stracotto è l’alimento più digeribile e quindi è il più usato in caso di sofferenza enterica.
Ma per il cane, che è un carnivoro, l’alimento maggiormente di-geribile è proprio la carne! I casi in cui si può dare un pasto di sola carne sono proprio quelli che seguono un episodio di disordine intestinale: almeno in teoria, perché in pratica la cosa giusta da fare quando il cane ha la diarrea è consultare il veterinario.
Se il veterinario non fosse facilmente raggiungibile, esistono in commercio ottimi mangimi specifici per i problemi intestinali: se si tratta proprio di un caso di emergenza, in attesa di una visita accurata, si possono usare quelli.
Le “cugginate” alimentari – parte II
di VALERIA ROSSI - Una prima carrellata dei più comuni errori alimentari commessi in assoluta buona fede, seguendo i consigli degli “espertoni che sanno tutto sui cani”, l’abbiamo vista in questo articolo. Ma fossero tutti lì…
Oggi vediamo un’altra piccola serie di dicerie e di “vox populi” diffusissime (pur non essendo assolutamente “vox dei”, ma piuttosto “vox cuggini”).
Il mio cane lecca (o rosicchia) i muri: avrà bisogno di calcio!
Il cane, solitamente, lecca i muri perché si diverte a leccare i muri.
Può farlo perché è stressato, perché non sa come passare il tempo o semplicemente perché ci ha provato una volta e gli è piaciuto il gusto dell’intonaco: ma è ben difficile che lo faccia per sopperire ad una carenza di minerali, e in ogni caso non sarà quasi mai il dannato calcio a mancargli.
Al giorno d’oggi, con gli ottimi mangimi industriali di cui disponiamo, è praticamente impossibile che si verifichi una carenza di calcio: ma anche un’alimentazione casalinga appena appena corretta, che non sia composta di sola carne (l’unico modo per indurre una carenza di calcio è scambiare il cane per un gatto, rifilandogli un’alimentazione esclusivamente carnea) riesce a soddisfare il fabbisogno di un cane adulto.
Ai cuccioli e ai cuccioloni in accrescimento ne serve un po’ di più, è vero: ma non si deve MAI dare calcio aggiuntivo in base alla semplice osservazione di fenomeni come leccare i muri, mangiare le feci, rosicchiare i piedi dei mobili.
Ho sentito un “cuggino” consigliare calcio (anziché un po’ di educazione!) a un cucciolone di sei mesi che rubava e distruggeva le scarpe di tutta la famiglia. Ora, qualcuno sa spiegarmi quanto calcio contenga un paio di scarpe? Per quale fantasioso motivo un cane che “sente” di essere carente di minerali – ammesso e non concesso che i cani abbiano tutta questa capacità autodiagnostica, che personalmente non ho mai rilevato – dovrebbe mangiare scarpe anziché formaggio? Forse per via del profumo dei piedi del padrone?
Scherzi a parte, ricordate che il calcio in eccesso è pericolosissimo: le integrazioni vitaminiche e minerali vanno fatte solo in caso di comprovata carenza, perché non è affatto vero che “tanto… male non possono fargli”.
Un eccesso di calcio può portare deformazioni e deviazioni delle ossa… ovvero, provoca proprio quello che a volte ci si illude d prevenire e/o curare!
Se avete il dubbio che il vostro cane abbia bisogno di calcio (timore quasi sempre infondato, se usate un’alimentazione di qualità: e se non la usate… cambiate subito!), fate fare gli adeguati accertamenti dal vostro veterinario e fatevi prescrivere da lui, se davvero servono, i prodotti idonei.
Ah…ricordate anche che fare solo il rapporto calcio-fosforo non serve quasi mai a nulla (a questa “cugginata” ho creduto io stessa per molto tempo!), perché in caso di leggere patologie carenziali il rapporto resta comunque piuttosto stabile.
Il mio cane sta assumendo antibiotici, quindi gli do lo yogurt perché contiene fermenti lattici
Qui le “cugginate” sono due, o meglio, una e mezza.
E’ vero, infatti, che lo yogurt contiene fermenti lattici: ma se il cane non è abituato fin da cucciolo ad assumere latte e latticini, il suo organismo avrà smesso di produrre lattasi, ovvero gli enzimi che si occupano della digestione del latte e dei suoi derivati. In questo caso, se non si utilizza “vero” yogurt (nel quale il lattosio viene demolito proprio dai fermenti lattici), ma yogurt “da supermercato”… si beccherà come minimo una bella scarica diarroica, che sicuramente non è il massimo quando il cane è già malato (se non fosse malato, perché prenderebbe gli antibiotici?) e quindi debilitato.
Se dovete dare fermenti lattici al vostro amico, fateveli prescrivere dal veterinario: i fermenti esistono sotto forma di farmaci sicuramente più efficaci e con meno effetti collaterali dello yogurt (a meno che non troviate quello più puro).
Inoltre (seconda “cugginata”)… è perfettamente inutile darglieli durante il periodo di assunzione degli antibiotici: è vero che questi ultimi danneggiano la flora intestinale, ma è anche vero che continuerebbero a far fuori, precisi come cecchini, anche la nuova flora stimolata dai fermenti.
Quindi prima finite la cura antibiotica e poi date i fermenti lattici, per riparare ai danni senza causarne altri.
Il mio cane è fisiologicamente grasso: mangia pochissimo, poverino! E’ proprio così di natura!
Ehm… spiacente di dovervelo dire, ma i cani “fisiologicamente grassi” non esistono. Possono esistere cani “patologicamente” grassi, per esempio a causa di disfunzioni ormonali: ma non c’è al mondo un solo cane “grasso di natura”.
Ci sono cani genericamente sovralimentati e cani che mangiano troppo in rapporto all’esercizio fisico quasi nullo che svolgono.
In entrambi i casi, stiamo minando la loro salute; e il fatto che lo facciamo per troppo amore non migliora le cose.
Se il cane è sovrappeso – o addirittura obeso – dobbiamo ridurre la sua razione, aumentare l’esercizio fisico o meglio ancora rivolgerci al veterinario, che ci prescriverà una dieta adeguata.
Oggi esistono in commercio alimenti dietetici già pronti, che non ci costringono neppure a usare il bilancino per la preparazione della pappa: non ci sono scuse che tengano!
Il cane grasso è un cane dalla vita più breve ed è maggiormente soggetto a patologie: se gli vogliamo davvero bene, farlo dimagrire dev’essere un’assoluta priorità tra i nostri doveri di bravi e affezionati proprietari.
Al mio cane non metto il sale nella pappa perché gli fa male
Il sale in eccesso fa male anche agli umani: ma non per questo mangiamo insipido e insapore!
Se prepariamo la pappa in casa, l’aggiunta di sale in quantità moderata (insomma, quella che serve a dare sapore e non a trasformare il nostro cane in un capra) è assolutamente lecita.
Il mio cane mangia la cacca: ha sicuramente una carenza di minerali
Se si tratta del cane del signore della “cugginata” precedente, probabilmente è vero! Il poveretto cerca di trovare altrove qualcosa di saporito, visto che la sua pappa è una schifezza insipida!
In ogni altro caso, la risposta più corretta solitamente è che il cane mangia la cacca perché gli piace, e non perché abbia carenze di alcun tipo. La coprofagia si elimina con una corretta educazione, e con la somministrazione di appositi prodotti (se mangia le proprie deiezioni, per esempio, c’è in commercio un preparato, che si chiama “Forbid”, capace di rendergliele sgradevoli e di fargli quindi perdere questo vizio); non passa quasi mai somministrando integrazioni alimentari, perché la carenza di minerali non è quasi mai il motivo scatenante.
Purtroppo al cane piace davvero il sapore della cacca, cosi come gli piace quello della carne marcia e di tutte quelle che dal nostro punto di vista sono schifezze; ma dal suo no. Sicuramente anche il nostro cane pensa “bleah! Ma come fa!” quando ci vede mangiare un limone. Però è anche vero che noi, dopo aver mangiato un limone, difficilmente gli lecchiamo la faccia!
Il cane DEVE mangiare erba regolarmente
Ma perché?
Forse noi DOBBIAMO prendere regolarmente la purga?
L’erba – come tutte le fibre, peraltro – aiuta il cane ad aumentare la motilità intestinale, quindi lui la mangia soprattutto quando si sente “imbarazzato”.
Non è che debba far parte della sua normale alimentazione: è un cane, non una pecora!
Anzi… se mangia molta erba, probabilmente ha mal di pancia e sarebbe meglio portarlo dal veterinario (spesso i cani mangiano quantità industriali di erba quando hanno parassiti intestinali).
Quei cani lavati con acqua e aceto
Parchetti e aree cani sono una vera miniera di leggende metropolitane: moltissime Sciuremarie, con molta convinzione, istruiscono i nuovi arrivati (soprattutto se al primo cane), con dei veri e dei propri “libretti di istruzione del cane”.
Una delle cose che più mi fa sorridere è l’igiene del cane, dove la fantasia non ha limiti: parti intime lavate accuratamente ad ogni singolo bisognino, zampette a bagnomaria al ritorno da ogni passeggiata… e il famosissimo lavaggio con acqua e aceto.
“Ehhh? Aceto???”, dico io.
“Si, ma mi raccomando che sia aceto di mele!”
E’ talmente diffusa questa convinzione che sono diventata curiosa ed ho passato giorni interi a fare ricerche per capire come può essere successo che qualcuno abbia avuto una buona ragione per attribuire all’aceto proprietà detergenti.
Nulla. Non ho trovato nulla.
E mi tengo la mia curiosità… però vorrei fare un po di chiarezza.
L’aceto ha davvero molte proprietà: è un digestivo, rafforza il sistema immunitario, brucia le calorie, abbassa il colesterolo, è un ottimo anticalcare… ma non è un detergente!
Il cane che viene pulito con acqua e aceto avrà un buon profumo per chi piace (a me ricorda solo l’insalata), ma è un cane sporco.
Vorrei invitare tutte le Sciuremarie e non a fare questa prova: da oggi tutti quanti ci passiamo i capelli con acqua e aceto (ma di mele, eh!) per una settimana, poi (finalmente…) ce li laviamo. Secondo voi di che colore sarà l’acqua?
Io scommetto che sarà almeno grigia… ma al minimo sindacale!
Quando compriamo detergenti per uso umano, per i nostri bambini o per noi stessi, spesso siamo attratti da quelle confezioni che indicano “ph neutro” perché, anche se non sappiamo bene cosa voglia dire, “sa di buono”. E abbiamo ragione. Un buon detergente deve pulire senza aggredire e il ph compatibile con quello della nostra pelle indica che il prodotto è delicato: perciò non ci provocherà arrossamenti, pruriti o altri disagi.
E il nostro compagno peloso? Anche lui ha un ph, ebbene si: circa 5 il ph umano (acido), 7 quello del cane (neutro).
E noi cosa facciamo? Sui nostri cani usiamo l’aceto. Che ha un ph pari a…2!
Quindi non solo il cane resta comunque sporco, ma viene utilizzato un prodotto con un ph opposto al suo.
Questa pratica è dovuta in parte ad un’altra leggenda metropolitana: “il cane va lavato il meno possibile per non togliergli la sua protezione naturale.
Immediatamente mi viene da chiedere “e qual è questa famosa protezione?”. Le risposte sono svariate, ma la più carina e fantasiosa è “il pelo idrorepellente!”.
La verità è che anche il cane ha il sebo, cioè quello strato di grasso sulla pelle prodotto dalle ghiandole sebacee: come succede anche a noi, non è peccare in igiene che ci fa morire, nè che distrugge il sebo.
Piuttosto l’uso di prodotti scadenti, troppo aggressivi o con un PH DIVERSO, può originare dermatiti, prurito, forfora e altri fastidi.
È vero che nel cane appena lavato il sebo diminuisce, ma il tempo necessario a ricostruire il giusto equilibrio è 2 giorni!
Questo è il motivo per cui sulle indicazioni degli antiparassitari viene scritto di utilizzarli 2 giorni prima o dopo il bagnetto.
Un’altra curiosità è: “non bisogna lavare il cane prima che abbia concluso il ciclo dei primi vaccini”.
Dunque… ma i vaccini non proteggono da malattie virali? E quale sarebbe il nesso tra bagnetto e virus???
C’è però qualcosa di vero in questa bizzarra affermazione, che non ha nulla a che vedere con virus, vaccini e compagnia bella, ma con l’età del cane: se non ha ancora fatto i primi vaccini è un piccolissimo bebè e come tale va trattato, con cura, attenzione e scrupolo.
Il vero pericolo sta negli sbalzi di temperatura, come per i nostri neonati: perciò in questa situazione, e per la felicità di tutte le cino-mamme, ci possiamo permettere di “umanizzare” un po’ il nostro cucciolo e trattarlo come se fosse un neonato: bagnetto con acqua calda, asciugatura PERFETTA avendo cura di controllare e ricontrollare (perché il famoso “pelo idrorepellente” del cane fa si che al momento sembri asciutto, ma poi ricominci a “buttare fuori acqua”), controllo orecchie (che non devono essere umide per evitare i rischi di otite) e aspettare almeno una mezz’oretta prima di far uscire il cucciolo all’esterno.
Non mi stancherò mai di dire che la toelettatura, che si tratti solo del bagnetto o di tutte le altre pratiche specifiche per le varie razze, per il cane è contro natura: perciò osserviamo il nostro peloso e cerchiamo di stressarlo il meno possible prendendoci tutto il tempo necessario perché sia un’esperienza piacevole e affettuosa… in fondo i cani, pur non lavandosi tra loro, per dimostrarsi affetto si prendono cura gli uni degli altri pulendosi gli occhi, le orecchie, i genitali, attraverso quella che viene chiamata “attività di grooming”, che letteralmente significa “attività di toelettatura”!
E se si smettesse di accettare annunci folli?
di VALERIA ROSSI – Ormai me ne convidono in continuazione su FB, il che dimostra che ce ne sono veramente TANTI.
Annunci di improbabili cucciolate “misto tutto” venduti a prezzi anche importanti (5-600 euro), annunci di cucciolate tra “Bubi e Fufi”, meticci, figli e nipoti di meticci, anch’essi messi in vendita con diciture come “toy” o “teacup” che fanno subito la loro porca figura, addirittura annunci “cedo cucciolo così e cosà, oppure SCAMBIO con…” (a scelta: telefonini, I-pod, I-pad, Assoreta)… stanno invadendo i siti dedicati.
C’è chi ci casca? Certo che sì.
C’è chi accetta di scambiare i cani come se fossero figurine? Certo che sì.
Che fine faranno i cani venduti/scambiati in questo modo, e a che tipo di persone potranno andare in mano…. preferisco non chiedermelo.
Però una cosa è certa: Internet è una vetrina mostruosamente ampia e annunci di questo genere raggiungono un’infinità di persone.
Quindi, per evitare le truffe (per tacer poi di chi considera un essere vivente alla stregua di un cellulare), l’unica cosa sensata sarebbe che i più importanti siti di vendita/scambio online non accettassero più questo genere di annunci.
Non arrivo a dire che non debbano più accettare tout court annunci di cucciolata: chi le produce (e che magari, pur essendo un semplice privato e non un allevatore famoso, ha lavorato seriamente e con coscienza) deve anche avere il diritto di mostrare al mondo i frutti dell’accoppiamento che ha deciso di fare.
Però dovrebbero esserci dei limiti.
Si potrebbe, per esempio, fare presente a siti come Ebay o Subito.it che vendere cani senza pedigree dichiarandoli “di razza” è vietato dalla legge (ne abbiamo parlato in questo articolo); si potrebbe anche ricordare a questi signori che cani e gatti sono esseri viventi e senzienti e che parlare di “scambiarli” è oltraggioso non solo per la loro dignità, ma anche per quella di chi legge questo genere di annunci.
Io vorrei proprio vedere se Ebay (o chi per esso) pubblicherebbe un annuncio tipo “Vendo bambino di tre anni, oppure scambio con tablet di ultima generazione”.
O magari “Non posso più tenere nonno ottantacinquenne, ancora in forma e autosufficiente: cedo a poco prezzo o scambio con Vespa altrettanto in buono stato”.
Non è la stessa cosa?
Be’, no… ma solo perché la nostra legge del cavolo continua a considerare gli animali come cose: NOI, invece, li consideriamo membri della famiglia a tutti gli effetti.
Per questo, vedendo annunci di “scambio”, ci si raddrizzano i peli tipo istrice.
Dunque, se ai gestori di questi siti non frega nulla della sensibilità animale, si rammentino almeno di quella umana e si rendano conto che leggere proposte di questo genere ci fa stare letteralmente male.
A mio avviso, un valido compromesso tra le esigenze delle persone “normali” e la follia di certi annunci sarebbe quello:
b) di rispettare la legge, accettando annunci di vendita di animali di razza pura solo quando i cuccioli sono dotati di regolari documenti di iscrizione ai libri genealogici. Quelli senza pedigree (che dovrebbero essere dichiarati come cuccioli “tipo” pastore tedesco, o bulldog, o cavalier…, e non come appartenenti ad una razza precisa, perché quella la può decretare solo il pedigree) si possono tranquillamente regalare, o magari si può chiedere un rimborso spese (100 euro sarebbero una cifra equa): ma gli annunci di vendita vera e propria dovrebbero essere rifiutati, perché rappresentano una vera e propria truffa.
Non ci vorrebbe poi molto, non credo che nessun sito andrebbe in rovina per questo…e il pubblico sarebbe tutelato almeno dai più clamorosi bidoni e/o da proposte assolutamente contrarie a qualsiasi etica civile.
Lo sapevate che vendere cani e gatti “di razza, ma senza pedigree” è addirittura illegale?
di VALERIA ROSSI – Chi ha mai sentito parlare del Decreto Legislativo n. 529, del 30 dicembre 1992?
Probabilmente nessuno: eppure esiste, è attualmente in vigore e vent’anni fa è andato a sostituire la legge n. 30 del 15 gennaio 1991, che era riferita solo agli animali da reddito.
Il D.Lgs 529/92 recepisce invece la direttiva europea 91/174/CEE relativa alle condizioni zootecniche e genealogiche che disciplinano la commercializzazione degli animali di razza, estendo l’applicazione anche a tutte le specie e razze che non erano contemplate nella legge n. 30, quindi anche a cani e gatti.
Ma di cosa parla, questo misconosciuto decreto?
Parla del concetto di “animale di razza pura” e stabilisce le regole per la sua commercializzazione, determinando una volta per tutte – e senza possibilità di equivoci – la definizione giuridica di “cane o gatto di razza”… e VIETANDO, di fatto, la vendita di animali sprovvisti di certificato genealogico.
Insomma, non solo il cane (o il gatto) senza pedigree non possono in alcun modo essere definiti “di razza” (come già sapevamo): ma non possono neppure essere ceduti in cambio di denaro!
Infatti, all”art. 5, il decreto stabilisce che “è consentita la commercializzazione di animali di razza di origine nazionale e comunitaria, nonché dello sperma, degli ovuli e degli embrioni dei medesimi, esclusivamente con riferimento a soggetti iscritti ai libri genealogici o registri anagrafici, di cui al precedente art. 1, comma 1, lettere a) e b), e che risultino accompagnati da apposita certificazione genealogica, rilasciata dall’associazione degli allevatori che detiene il relativo libro genealogico o il registro anagrafico.
É ammessa, altresì, la commercializzazione di animali di razza originari dei Paesi terzi, per i quali il Ministro dell’agricoltura e delle foreste abbia con proprio provvedimento accertato l’esistenza di una normativa almeno equivalente a quella nazionale.
Alle stesse condizioni è ammessa la commercializzazione dello sperma, degli ovuli e degli embrioni provenienti dai detti animali originari dei Paesi terzi. Non sono ammesse condizioni più favorevoli di quelle riservate agli animali di razza originari dei Paesi comunitari.
Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque commercializza gli animali indicati nei commi 1 e 2 in violazione delle prescrizioni ivi contenute è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da L. 10.000.000 a L. 60.000.000 (essendo il decreto antecedente all’avvento dell’euro, le cifre sono ancora espresse in lire).
Insomma, la commercializzazione è riservata esclusivamente agli animali accompagnati da pedigree!
I “senza pedigree” non dovrebbero neanche essere venduti, e sicuramente non venduti come cani o gatti “di razza”: all’art. 3 dello stesso decreto risulta che non potrebbero neppure essere ammessi alla riproduzione!
Soprattutto nel mondo catofilo c’è grande subbuglio, in questi giorni: ora vedremo se anche il mondo cinofilo saprà muoversi e chiedere il rispetto di questo decreto che potrebbe mettere un definitivo freno alla vendita di cuccioli senza pedigree, ma spacciati per cani/gatti di razza pura.
A questo link (che è quello dell’ANFI, associazione nazionale felina italiana) potete trovare il testo integrale del decreto.