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MIEI CARI AMICI UTENTI, VI PREGO LEGGETE QUESTO ARTICOLO....
C'è un solo bene: il sapere. E un solo male: l'ignoranza.
Socrate
Cuccioli dell’Est: giochiamo a capirci
di VALERIA ROSSI – Poco fa ho letto un commento all’articolo sulla disinformazione dei volontari che mi ha fatto veramente girare le scatole. Il lettore, infatti, trovava scorretto che io avessi attaccato dei poveri negozianti che dopotutto “hanno una licenza di commercio”, e soprattutto faceva illazioni sul fatto che gli allevatori italiani se la prendessero con i cagnari (da lui definiti “allevatori”) dell’Est “perché gli portano via i profitti”.
Ora, io posso anche mettermi a ridere di cuore quando mi dicono che sono “invidiosa” di Millan o di Vaira… ma se sento dire che gli allevatori seri “sono invidiosi perché quelli dell’Est gli portano via il guadagno”, allora divento una iena.
Ma siccome non ho l’abitudine di mordere a vanvera, motivo la mia incazzatura riportando qui sotto, in fila e senza alcun commento, una serie di testimonianze un po’ datate (sono state raccolte nel 2004), ma direi ugualmente piuttosto indicative di ciò che significa “cuccioli dell’Est”.
E non è certo un fenomeno finito, perché di lettere come queste me ne arrivano ancora oggi… anzi, tra poco sarà Natale e sono già pronta a riceverne la consueta overdose per la Befana.
Le lettere sono riportate esattamente come sono arrivate, non corrette e non manipolate in alcun modo: ho solo levato i nomi e cognomi, ma li ho tutti e sono a disposizione di chiunque fosse interessato ad eventuali controlli.
Chi vuole, legga… preavvisando che ci vuole un po’ di pelo sullo stomaco per leggere fino in fondo (non ho messo alcuna foto: in qualche caso io le ho, ma vi assicuro che non volete vederle).
Così spero che ci si possa fare un’idea del VERO motivo per cui un allevatore serio (e qualsiasi cinofilo minimamente informato) sentendo parlare di cuccioli dell’Est, ha un travaso di bile.
1 – Circa due anni fa ci fu qui ad Arezzo una mostra del cucciolo, dove affittarono un grande locale e ci misero delle gabbie con dentro dei cuccioli di tutte le razze, quando chiedevi informazioni per l’acquisto, ti veniva fornito un allevamento nei pressi di Reggio Emilia. Dopo pochi giorni andai a visitare questo allevamento, era immenso, c’erano centinaia di cuccioli tenuti in gabbie tutti insieme anche di razze diversi e si azzuffavano in continuazione, siccome io ero interessato all’acquisto di un chow chow, mi portò a vedere alcuni tenuti in locali completamente senza luce per cui in questa gabbia c’ erano molti chow chow alcuni anche di qualche mese e come mi sono avvicinato mi hanno ringhiato impauriti per cui il proprietario mi ha sconsigliato di prendere uno di quelli perché a suo dire erano aggressivi, tenuti in quelle condizioni io credo che era già un miracolo se erano vivi.
Mi consigliò un’altro cucciolo di chow chow che era in una gabbietta insieme a altri due cuccioli di razze diverse di cui uno ricordo era un carlino, ricordo aveva una pancina gonfia quasi se stava per scoppiare, lo presi subito al prezzo di un milione delle vecchie lire, più mi disse che se volevo il certificato dovevo pagare altre 100 mila lire cosa che feci, lungo il tragitto ogni piazzola mi fermavo e poverino aveva una diarrea!
Oggi ha due anni e mezzo, ti elenco quello che sto spendendo per curare questo amore di cucciolo:
-l’ho operato perché non scendeva un testicolo;
-l’ho operato all’occhio credo si chiami empropio o cosa simili, sempre malattie ereditarie;
-ogni mattina e dico ogni mattina lo medico per le sue dermatite per le sue allergie, per le sue diarree.
Sicuramente è stato fortunato perché io lo adoro e vivo per lui: sono sicuro che se capitava a un’altra persona a quest’ora era già morto. Lei mi chiederà perché mi sono rivolto a lui: perché non sapevo cosa c’era dietro questo mercato e questi mercenari di cagnari, oggi sconsiglio tutti quello che mi chiedono dove l’ho acquistato, gli racconto le sofferenze che patiscono questi cuccioli e le malattie che hanno.
Il carattere…praticamente è un cane che è talmente timido e dolce che non ha la grinta dei veri chow chow anche se io lo adoro ugualmente anzi sicuramente di più dei miei precedenti cani perché so quello che ha sofferto per il viaggio e le altre cose.
Io spero tanto che queste persone possano chiudere immediatamente per il bene degli animali, dopo qualche mese mi ha mandato il certificato, come se con quello che ha fosse possibile portarlo a qualche mostra…ma a lui interessava solo vendere il resto non gli frega nulla.
Questa è la mia triste storia e anche del mio amico Rolly che è stato veramente fortunato perché gli voglio tanto bene.
2 – Sono di roma e, come tanti, ho comprato la cagnetta a metà dicembre scorso per fare un regalo a mia figlia.
L’ho comprata in un negozio “storico” di Roma, XXXX, e non mi intendo particolarmente di cani, quindi vi racconto come è andata: entriamo nel negozio e mia figlia aveva già individuato quale cucciolo voleva fra le decine esposte, così mi vedo mettere in braccio una cagnetta minuscola e mi sento dire: “E’ una jack russell terrier, ma non ha il pedigree, perché sono cani che ancora non lo hanno, viene dall’irlanda e ha 60 giorni, è chippata, questi sono gli stikers del chip e questo è il libretto delle vaccinazioni, per il mangiare le dia eukanuba puppy allungato con acqua, le preparo una garanzia di otto giorni così se il suo veterinario dice che il cane sta male lei lo riporta, noi lo facciamo controllare al nostro veterinario e, nel caso, gli facciamo fare la quarantena qui nel negozio, grazie…il tutto fa 500 euro”.
Pago, ovviamente, e me ne vado con figlia e cagnetta…
La porto immediatamente dal veterinario che la esamina e la trova all’apparenza bene…
Dopo tre giorni la piccola inizia ad avere la diarrea, mi preoccupo pensando alla gastroenterite e corro dal veterinario il quale le somministra sulfamidici per cinque giorni e un vermifugo.
Dopo altri due giorni alla poverina inizia una tosse secca che va crescendo di ora in ora, la riporto dal veterinario il quale diagnostica una tracheite e le somministra antibiotico per dieci giorni.
Nel consulto decido di non volere assolutamente usufruire della “garanzia degli otto giorni” in quanto non mi convinceva dal punto di vista della profilassi, cioè se devo far fare una quarantena ad un cane lo debbo tenere in un ambiente sterile, dove è certo che non siano passati cani ammalati e quindi se il cane presenta sintomi di qualche malattia è sicuro che sia una “sua” incubazione e non il potenziale contatto con altri.
Sono una donna caparbia è ho fatto di tutto perché la cagnetta non morisse, quindi mi sono fidata ed affidata al veterinario e ho seguito le sue istruzioni in maniera pedissequa, sia per quanto riguarda la somministrazione delle medicine che per quanto concerne l’alimentazione.
Dopo quindici giorni la cagnetta si è ristabilita, prima è scomparsa la diarrea, poi la tosse, peccato però che a questo punto la povera bestiolina ha iniziato a perdere il pelo, sono state fatte più volte le analisi per individuare acari della rogna, ma, per fortuna, niente.
Passano altri due mesi, durante i quali ho finito di farle fare tutte le vaccinazioni e nel contempo mi sono messa a caccia per sapere da quale allevamento irlandese provenisse, ma non sono arrivata a nulla, i numeri del chip indicano il paese di origine che è l’Irlanda e una contea che però non sono riuscita ad individuare, anche le mie ricerche direttamente in Irlanda non hanno approdato a nulla, peraltro il cosiddetto “libretto sanitario” conteneva esclusivamente l’informazione che il cane aveva fatto la vaccinazione contro la parvovirosi, senza indicazioni di nessun altro tipo, quali timbro del veterinario, allevamento e/o padrone precedente, insomma nulla, soltanto dietro al foglietto degli stikers c’era una indicazione scritta “jack russell f rome”.
Nel frattempo mi rendo conto che Lilla non ha ancora iniziato a cambiare i denti e lì mi sorge un dubbio legittimo sull’età reale dell’animale… il giorno 14 dicembre 2002 il negozio ha dichiarato che la cagnetta aveva 60 giorni…
Lilla ha iniziato a cambiare i denti a metà marzo 2003… voi siete esperti di cani, io no, lascio a voi le considerazioni sull’età reale.
Sempre a voi lascio le considerazione sul fatto che ho effettuato tutte le vaccinazioni praticamente con un mese e mezzo di anticipo.
Adesso Lilla sta bene, è qui accanto a me mentre scrivo, corre salta ed è in tutto e pertutto una jack russell puro sangue, almeno quanto a carattere, perché nel fisico purtroppo ha risentito di quello che ha passato, almeno credo, è rimasta molto minuta, è vero che pesa 4 kg ed è alta circa 28 cm al garrese (una cosa giusta quindi), ma la struttura ossea è rimasta minuta, non so come spiegarmi meglio, il pelo si sta presentando con alcuni accenni broken, ma lo definirei “misto” sul muso è liscio e sulle macchie tan è broken, per di più, purtroppo, è affetta da enognatismo della mandibola e così il LIR non lo prenderà mai, ma a noi non importa è bellissima e la amiamo così com’è, ci ha riempito la vita di tanta gioia e felicità.
Però quello che ha passato, non io che la curavo notte e giorno, ma lei! non dovrebbe essere permesso in nessun modo.
Ho rintracciato un probabile fratellino di Lilla acquistato nello stesso negozio e nello stesso periodo e i padroni mi hanno confermato che anche lui ha passato, anche in via meno grave, le stesse vicissitudini, inoltre il mio veterinario disse all’epoca, che aveva in cura un altro jack nelle stesse condizioni e che secondo lui se non erano della stessa cucciolata, forse provenivano dallo stesso negozio.
Ho raccontato questa storia mille volte, sui forum specializzati, parlando con allevatori, parlando con veterinari, parlando con addestratori e ho anche pubblicato le mie proteste su di un sito specializzato, spero che questa sia la volta buona che qualcuno si muova! Se fossi stata un avvocato io stessa mi sarei mossa, ma non lo sono, faccio l’impiegata e mantengo una figlia, 4 gatti e un cane, tutti amati e curati.
Grazie per l’attenzione che avete posto al mio sproloquio, ma quando parlo di questa cosa ancora oggi mi arrabbio!
3 – Io ho comprato una decina di anni fa il mio primo boxer qui a macerata presso una specie di terribile allevamento di cani di tutte le razze.
Inutile dire che la mia boxerina veniva dall’est…e’ morta prima di due anni di tumore al fegato. E’ sempre stata bruttina e strana anche se gli volevamo tutti un gran bene…credo avesse sofferto molto perché quando l’abbiamo portata a casa era magrissima.
4 – Gentile redazione, del mio caso vi avevo già parlato mesi fa: vi avevo inviato una e-mail a firma Paola.
Riassumo in breve: ho comprato il 9-9-2001 una cucciola di bichon poil frisè presso XXXX di Montichiari (BS).
La piccola è morta due mesi dopo di cimurro.
L’ipotesi del mio veterinario è che la cucciola fosse in realtà più giovane di quanto dichiarato (infatti era la più piccola delle sorelle, ammesso che fossero sorelle) e quindi il ciclo vaccinale fosse del tutto sbagliato.
Il pedegree ungherese mi è stato consegnato prelevandolo da una pila di pedegree posti su uno scaffale.
Mi chiedo come potessero essere certi che fosse il suo dal momento che la piccola non era nemmeno tatuata.
Ho rifiutato la proposta di sostituirla con un’altra a metà prezzo (l’avevo pagata un milione e mezzo di vecchie lire), ma non sono riuscita in alcun modo a dimostrare la malafede del venditore.
Che vende anche via internet (c’è un sito a nome XXXX che fa pure le “offerte del mese” per chi voglia cuccioli in saldo!!!!).
Mi è rimasto solo il dolore per la morte della mia piccola e il rimorso per essere stata tanto credulona. Il luogo però si presenta molto bene e l’annessa clinica veterinaria tende ad accreditare un’immagine di serietà.
Per inciso anche il proprietario è un veterinario, che non fa certo onore alla professione.
Posso anche segnalare un negozio della mia città, Bergamo, che vende cuccioli di svariate razze giurando che si tratta di cuccioli provenienti dal suo allevamento. Si chiama YYYY ,via ZZZZZ.
Già numerosi cuccioli sono morti, altri hanno ricevuto pedegree che non corrispondevano all’età del cane (ad esempio un golden retriever preso all’apparente età di almeno 3 mesi risultava dal pedegree essere nato 2 mesi dopo, cioè sarebbe stato preso all’età di 30 giorni, cosa che la padrona nega assolutamente).
Ad altri il pedegree non è mai arrivato, alcuni cuccioli sono stati gravemente ammalati. Quasi tutti hanno problemi comportamentali.
Qui forse si potrebbe invocare la truffa, visto che la dichiarazione della proprietaria di avere gli allevamenti non corrisponde a verità.
Questa è la situazione per tutti o quasi i negozi di animali di Bergamo. Qui vicino a noi c’è anche la XXXX, il posto più vicino ad un lager che io abbia mai visitato. Nemmeno uno sprovveduto può fare a meno di accorgersi che lì i cani stanno malissimo.
Allora compensano questa mancanza di immagine con i prezzi bassi. Scusate la prolissità, non so se queste segnalazioni vi saranno utili, ma io spero che nessun cucciolo e nessun padrone debba mai affrontare ancora ciò che abbiamo passato noi.
Grazie per quello che fate per i cani.
Distinti saluti
4 – Ciao, mi chiamo Costantino, ti voglio raccontare la triste storia del mio cane: ho acquistato un Rott dieci anni fa da un privato vicino a Bergamo, essendo il mio primo cane di quella razza non sapevo bene come controllare il pedigree e verificare eventuali anomalie del cane. Il cane mi è costato 600 mila lire, una volta a casa dopo qualche tempo vedevo che aveva paura di uscire di casa, aveva paura dei cartelloni dei temporali e dei petardi.
Dopo qualche settimana ho riscontrato un’otite (poi divenuta cronica ed è stato operato alle orecchie), ho telefonato al proprietario lamentandomi di quello che stava accadendo e lui mi rispose che era strano e che gli altri cuccioli da lui venduti erano buoni.
Passano i mesi e mi arriva a casa il Pedigree, io lo porto a far controllare dal veterinario, (Clinica Gran Sasso di Milano, Dott. Cristina Crosta), leggendo il Pedigree risulta che il cane proveniva da madre dei paesi dell’Est, infatti, adesso che ricordo, quando sono andato a vedere la cucciolata, c’era il maschio (bellissimo), ma la madre non c’era!!!.
Per farla breve, dopo alcuni anni, sono incominciati i guai, displasia all’anca destra, quindi ho dovuto interrompere l’addestramento in quanto il cane dopo un po’ lamentava dolore, all’età di 8 anni tre operazioni in un anno, via milza, via testicoli, operazione per calcoli all’uretra, circa un anno dopo urina con sangue, quindi soldi per visite e antibiotici e infine incomincia a zoppicare con l’anteriore sinistro, io pensavo che avesse un po’ di artrosi, e invece dieci giorni fa purtroppo, viene riscontrato un carcinoma alla spalla sinistra (2 o 3 mesi di vita), ieri con le lacrime e il cuore spezzato ho dovuto prendere una brutta decisione di portarlo dal veterinario e non farlo soffrire più. Questa è la storia di Scion, un Rottweiler che con tutte le sofferenze che ha passato non si è mai permesso di fare del male a nessuno.
Per quelle persone che fanno queste cose, che vendono cani provenienti dai paesi dell’Est, ammalati o comunque non perfetti, dovrebbero mettersi la mano sulla coscienza pensando che fanno e faranno soffrire bambini e adulti che amano gli animali.
Ciao
5 – Siamo una famiglia che il giorno 23 di dicembre ha acquistato un cucciolo di Cavalier King Charles Spaniel presso il negozio di Milano, XXXX.
Appena arrivati a casa il cane era molto vivace, ma già dal giorno seguente ha iniziato a stare male.
Aveva diarrea, successivamente di solo sangue, e vomito e la sera stessa (24 dicembre) l’abbiamo subito portato dal veterinaio, che ha ricontrato: febbre, disidratazione che in aggiunta a già quanto presentava a casa erano tutti i sintomi di una gastroenterite virale.
Per 3 giorni è stato portato mattina e sera a fare delle iniezioni di sostanze idratanti e farmaci. Ora è dal 27 che si trova dal medico sotto osservazione. Previsioni ancora non è possibile farne, l’unica cosa che c’è stata detta è di non farci illusioni.
Abbiamo subito informato il venditore di quanto successo, dopo avergli chiesto ripetutamente se il cucciolo fosse sano, vaccinato, controllato e fosse tutto in regola. La sua unica risposta è stata: “Riportatemelo subito, IL CANE E’ IN GARANZIA”.
Per noi non è un oggetto che può essere sostituito, chiunque abbia acquistato un cucciolo in questo negozio ce lo faccia sapere perché è altamente probabile che sia infetto e noi non abbiamo intenzione di stare con le mani in mano.
6 – Scrivo per raccontare la breve storia sfortunata di un cucciolo di cane, Athena.
Poco più di venti giorni fa Anna, una mia amica, andò presso un negozio di animali per acquistare il cagnolino.
Si stupì subito che il cucciolo avesse solo due mesi di vita, ma soprattutto che fosse già stato sverminato e vaccinato. In seguito si scoprì che a fare il tutto fu lo stesso negoziante.
Purtroppo Athena dopo soli due giorni inizia a stare male, sembrerebbe nulla di grave, ma non migliorando nei giorni seguenti, Anna è costretta a contattare un veterinario.
Diagnosi: coccidi, un parassita che deposita uova nell’intestino. Il medico l’avverte che probabilmente il cane aveva questo parassita già al momento dell’acquisto.
Anna quindi chiama il negozio chiedendo che il suo cane possa essere visitato, dal momento che la garanzia di otto giorni sotto cui il cane è coperto non è ancora scaduta. Il negoziante si rifiuta, sminuendo la gravità della malattia.
Passano pochi giorni, la garanzia scade e il cane si aggrava ulteriormente.
Stavolta presenta nuovi sintomi, il respiro è affannoso, starnutisce e tossisce. Un’ulteriore visita dal veterinario chiarisce la situazione: bronchite. Le condizioni di Athena, purtroppo, degenerano ulteriormente, ancora una volta dal veterinario. Quella che si credeva essere una curabile bronchite si trasforma in una delle più gravi malattie che colpiscono i cuccioli: il cimurro.
Quasi sicuramente causato da un vaccino eseguito da persone inesperte o compiuto troppo presto sull’animale. Il negoziante smentisce tutto e invita Anna a non chiamare più dal momento che la garanzia è scaduta.
La salute di Athena per quanto già grave peggiora ancora, ai precedenti sintomi se ne aggiungono degli altri quali stanchezza, depressione, inoltre non mangia nè beve. Una nuova visita dal veterinario e un’altra pesante malattia scoperta: la parvovirosi, pericolosissima per i cuccioli. Forse provocata da un allontanamento prematuro dal latte della madre, ad ogni modo il periodo di incubazione fa presagire che l’abbia intaccata proprio nel negozio. Ormai le condizioni del cucciolo sono critiche. I veterinari decidono di ricoverarla nell’ambulatorio, ma è troppo debole per sconfiggere le due malattie che attanagliano il suo corpo. Muore dopo un giorno. Venti giorni di agonie sopportate da un cucciolo. Venti giorni di sofferenza da parte dei padroni.
Perché tutto questo?
Questo succede perché esistono ancora persone senza scrupoli che si preoccupano più di contare i soldi in cassa che della salute degli animali trattandoli con molta noncuranza come oggetti; persone bieche e ipocrite che pur di raggiungere il loro intento, si fingono veterinari facendo vaccini illegali e ignorando completamente le procedure; persone incapaci di dare affetto a creature che, al contrario, regalano amore incondizionato. In questi casi faccio davvero fatica a capire chi è il vero animale.
Athena è stata una vittima inconsapevole della crudeltà umana, una semplice pedina usata per mettere in atto degli imbrogli nei confronti della gente inesperta e ingenua. Mi auguro fortemente che la sua morte non sia stata vana ma che possa aver aperto gli occhi a qualcuno, in modo da non far cadere altra gente nelle trappole di questi commercianti di animali o per lo meno prevenire altri incidenti.
E’ stato solo un attimo, ma durerà per sempre.
Addio Athena.
7 – Ti scrivo qui la mia piccola testimonianza, una storia come molte altre e forse anche meno triste per il momento… dico per il momento perché solo il mese prossimo avrò delle “certezze” sulla salute di una dei miei Cavalier King Charles Spaniel e sarà di lei che ti parlerò in questa e-mail. Margot, si chiama così la mia piccola UNGHERESE, é stata acquistata in un allevamento di Verona (di cui non conosco il nome) da una coppia.
La cucciola aveva solo due mesi (se si tiene conto che dall’allevamento di Budapest a quello di Verona i cuccioli non ci arrivano in breve tempo siamo certi che lo svezzamento non era stato completato) ed é stata venduta assieme al suo pedigree internazionale e a una manciata di croccantini di dubbia qualità.
Margot é stata poi regalata a me all’età di 14 mesi, la sua famiglia non poteva più tenerla (possibile che l’arrivo di un bambino possa compromettere la felicità di un piccolo cane?) e io mi sono improvvisata mamma adottiva di un cane proveniente dall’Est con gran parte dei problemi che questo comporta.
Margot soffre di intolleranze alimentari che le procurano gastroenteriti molto forti e questo le ha portato inappetenza e di conseguenza sottopeso…. pesava all’epoca 4,5 kg, sono riuscita a farla arrivare ora a 6 kg e finalmente il veterinario potrà sedarla per farle le lastre che ci diranno se soffre di displasia all’anca (sottopeso non avrebbe probabilmente sopportato l’anestesia) e farà anche un ecocardio per vedere se soffre di prolasso della valvola mitralica (disfunzione cardiaca che colpisce moltissimi cani di questa razza provenienti dai paesi dell’Est).
Soffre inoltre di problemi alle articolazioni delle zampe posteriori, per il momento le rende solo la camminata un po’ buffa ma con l’andare avanti dell’età potrebbe avere problemi di deambulazione.
Mi dispiace non aver maggiori informazioni sulla vita ed i problemi di Margot prima del suo arrivo nella mia casa, rimango in ogni caso a tua disposizione per qualsiasi e a qualsiasi ora.
8 – In data 27 febbraio 2004 il sottoscritto XXX, ha acquistato presso il Sig. YYY un cucciolo femmina di razza Labrador Retriever assicurata dal venditore di essere di nazionalità italiana, vaccinata e con pedegree italiano, la cui età era di circa 4 mesi, pagando 450 euro (nel prezzo inclusi un collarino e una confezione di mangime da tre kg).
Il sottoscritto era stato assicurato che avrebbe ricevuto, alla fine della settimana in questione, il libretto sanitario del cucciolo, onde appurarne la salute e verificare l’effettuazione delle vaccinazioni.
Il giorno 1 marzo 2004 il sottoscritto, insieme alla fidanzata ZZZ, ha portato a controllo il cucciolo presso il Centro Veterinario “Michelangelo”, che per poter fare la sverminazione aveva bisogno del libretto sanitario che ancora non avevamo ricevuto.
Il cane si presentava con addome gonfio, problemi intestinali, diarrea con un inizio di forte tosse, diagnosticato come coccidiosi.
Il veterinario, in attesa del libretto, ha prescritto una dose giornaliera di Bactrim, ma senza risoluzione dei sintomi accusati.
Vista la situazione e con il peggioramento delle condizioni generali del cane, con ancora più insistenza abbiamo richiesto il libretto sanitario e il suddetto negoziante ci forniva un primo libretto sanitario in lingua ungherese, appartenente però ad un cane di un’altra razza (Golden Retriever).
Chiaramente insoddisfatto della situazione, ho preteso il reale libretto sanitario del cane e solo a questo punto il negoziante mi ha comunicato le origini ungheresi del cane.
Allora per risalire al libretto originario, il venditore si è messo in contatto con l’importatore, sig. AAA, il quale per oltre due settimane non ha consegnato il libretto presso il negozio.
Il cane intanto continuava a peggiorare: nonostante le cure sotto le indicazioni del veterinario, presentava, oltre alla tosse sempre più insistente e alla diarrea irrisolta, un’estesa forma di dermatite sulle zampe, a livello dei gomiti, nell’interno coscia e sulle orecchie.
Il veterinario prescriveva la seguente cura il giorno 17/3/04 (all.to n. 2): Neguvon polvere, Vetaraxoid compresse, e Impetex crema. Il giorno 18/3/04 (all.to n. 3) prescriveva: Alginor gocce per bambini, Bisolvon sciroppo. Il giorno 19/3/04 (all.to n.4) il cane effettuava analisi del sangue con il risultato di transaminasi elevate. Il giorno 22/3/04 (all.to n.5) il veterinario prescriveva, visto il sangue nelle feci e tosse sempre più insistente: Bentelan e Konakion compresse.
Il sottoscritto quindi si è recato, sempre insieme alla fidanzata, presso il negozio dell’importatore in Italia del cane, il sig. AAA, titolare del pet shop XXXX, ubicato in via XXX a Napoli, nel quale il titolare era momentaneamente assente.
Il collega che lo sostituiva, alla richiesta del libretto originale del cane, prima si rifiutava di parlare con il sottoscritto, poi insistendo, mi presentava un libretto del cane Labrador che però si rifiutava di consegnarlo poiché aveva personalmente fatto vaccinare l’animale (sostenendo di averlo fatto di tasca propria).
In seguito affermava che per avere il libretto, sarei dovuto andare presso il loro veterinario per farlo vaccinare, contraddicendo quanto aveva poco prima detto.
In seguito, dopo le mie lamentele, mi ha consegnato un foglio di carta di blocco notes che recava il nome dei supposti vaccini effettuati (Canigen CE/L e Canigen Ceppi/L entrambi della Virbac) e del vermifugo somministrato (Nemex Pasta).
Il giorno seguente mi sono recato, sempre insieme alla mia fidanzata, di nuovo presso il negozio del sig. AAA.
Con noi c’erano anche il sig. YYY e mio padre, BBB.
Finalmente abbiamo incontrato i titolare del suddetto negozio che, al termine di una lunga discussione, ancora non forniva il libretto originale, che in ogni caso non era quello che ci aveva mostrato il giorno prima il suo collega.
Ci dice altresì che il libretto non l’aveva ancora ritirato da un altro negozio di animali con allegato Ambulatorio Veterinario, quello della dott.sa CCC di Corso DDD.
Intanto, il sig. AAA prendeva i dati del proprietario del cane per poter cosi segnalare il nome presso l’ASL di competenza per l’applicazione del microchip a norma di legge.
Il sig. AAA garantiva di telefonare al proprietario del cane per fissare un appuntamento per effettuare la registrazione all’anagrafe canina, ma tale telefonata non è mai arrivata.
Altresì il sig. YYY prendeva nota degli estremi della mia fidanzata affermando che avrebbe sistemato lui la questione e che il pedegree, con il “solo” sovrapprezzo di 90 euro, sarebbe arrivato direttamente a domicilio nell’arco di tre mesi.
Dopo un’altra settimana d’attesa nella quale ho ottenuto solo una copia via fax da parte del sig. AAA del libretto del cane, mi sono recato di persona presso questo centro veterinario di Secondigliano a ritirare l’agognato libretto che era naturalmente differente rispetto ai primi due presentatici in precedenza.
Questo altro libretto, che abbiamo preso come presunto originale, è sempre scritto in lingua ungherese.
In prima pagina reca la dicitura della razza “Labrador”, mentre la data di nascita dell’animale è cancellata con il correttore bianchetto, ma si riesce a leggere “2003.12.10”.
All’interno si dichiara l’avvenuta vaccinazione per le seguenti patologie: Parvovirosi (del 20/1/2004), Leptospirosi (del 07/02/2004) effettuate in Ungheria e Canigen CE/L Virbac effettuata il 22/2/2004 dalla dott.sa Maddalena Orefice.
Ottenuto un libretto ritenuto “originale” (in base al quale si dichiarava l’avvenuta vaccinazione delle patologie di cui sopra) i nostro veterinario (in data 12/3/2004) eseguiva il richiamo della parvovirosi, registrando il tutto su un nuovo libretto sanitario in italiano (all.to 9).
Viste le condizioni del cane che purtroppo peggioravano di giorno in giorno, il 29/3/2004 il sottoscritto si recava presso un altro ambulatorio veterinario. Il dottore ha subito evidenziato la gravità della patologia del cane, identificata come sospetto cimurro.
Ha prescritto Rilexine 300 compresse, Bronchenolo sciroppo, Deltacortene compresse, Bimixin compresse.
Oltre a questo ha prescritto una cura a base di aerosol con Clenil A, Mucosolvan e Gentalyn.
Vista la condizione pessima del cane e nel dubbio che le vaccinazioni siano state davvero eseguite sul soggetto, il dottore ha consigliato di rieffettuare di nuovo il ciclo di vaccinazioni. Con questa cura il cane è guarito dalla tosse nel giro di due settimane, ma ha presentato nel contempo un peggioramento della dermatite.
A questo si è aggiunto un cambiamento nella dieta dell’animale, che ha utilizzato quindi da marzo in poi un prodotto dietetico-veterinario per la risoluzione della diarrea cronica, dovuta anche ad una predisposizione del cane alla colite.
Un’analisi più accurata della pelle (con raschiamento del pelo) ha condotto alla diagnosi di rogna rossa pruriginosa, difficilmente curata con tre iniezioni di Ivomec.
Il cane, stressato da tutte le somministrazioni di medicinali di questi tre mesi, ha accusato un decadimento della condizione generale del pelo che si presentava opaco e debole, nonché rado sulle orecchie, le zampe e le spalle.
Il cane ha dovuto subire un ennesimo trattamento ricostituente: Clorexiderm soluzione e Redonyl compresse.
In aggiunta a ciò, visto che l’animale ha raggiunto il settimo mese di vita, mi è stato consigliato di eseguire delle lastre di controllo di routine nelle razze di taglia medio-grande per verificare la presenza o meno della displasia dell’anca, patologia congenita a carattere ereditario dovuta ad errata selezione dei genitori e dalle origini non controllate.
La patologia è risolvibile solamente tramite una difficile (e molto costosa) operazione chirurgica, visto che comporta una grave degenerazione articolare progressiva.
Quindi in data 15/6/20o3 sono state eseguite le radiografie alle anche e al gomito-spalla (per via di una zoppia alla zampa anteriore sinistra comparsa improvvisamente la sera precedente alla visita).
Le lastre hanno evidenziato quanto sospettato che il cane è affetto da displasia dell’anca, in maniera vistosa soprattutto a quella destra. Ad oggi il pedegree promesso non è mai arrivato cosi come la convocazione per il microchip, per questo abbiamo provveduto personalmente in data 18/5/2004 a registrare il cane all’anagrafe canina presso l’ASL NA 1 del Parco San Paolo.
9 – Il mio sogno è sempre stato avere un carlino.2 anni fa sono venuta a convivere con il mio ragazzo e l’anno scorso l’ho convinto a prenderlo. non eravamo, purtroppo, a conoscenza di quello che si cela dietro al traffico di cani. Infatti continuo a darmi dell’ignorante e della stupida, ma ormai è tardi.
Ci siamo recati da un allevatore dal quale avevamo già comprato un cucciolo di labrador del quale siamo rimasti molto contenti: sanissimo e un esemplare molto bello. Quindi siamo andati a fiducia. Arrivati là, anche se lui di carlini non ne ha e non ne accoppia, ci ha detto che nel giro di pochi giorni si sarebbe informato e mi avrebbe chiamata.
Il giorno dopo telefona e mi dice che tra 2 giorni se lo voglio è disponibile un cucciolo di carlino nero di 2 mesi: io ero talmente contenta che non ho esitato a dire di sì.
Dopo 2 giorni vado a prendere Ciki, questo era il nome che avevo dato al mio cucciolino. Già da vedere non era uno spettacolo: il nasino completamente pieno di muco e un pancino gonfio che non nascondeva la presenza di vermi. Gliel’ho fatto notare e per il raffreddore ha detto che in un paio di settimane sarebbe guarito e per i vermi che era già stato sverminato. Era il 10 di febbraio, quindi sapendo che sono cani molto delicati non ci ho dato peso.
Gli ho parlato del pedigree e, io ignorante anche in questo campo, sono stata presa in giro. Mi ha detto che per il pedigree bisognava pagare molti soldi e che erano cani che per avere il pedigree i genitori dovevano aver partecipato almeno una volta ad una mostra. Lo so sono stata proprio una stupida ma io non ne sapevo niente. Mi ha dato il libretto sanitario (che era fotocopiato!) dicendomi che dopo 15 giorni avrei dovuto fare il richiamo del vaccino. Ho pagato Ciki 560 euro.
Arrivata a casa Ciki non sembrava stare bene, tossiva ed aveva paura delle persone, era timoroso.
Nel pomeriggio l’ho portato dal veterinario. Il responso: dovevo sverminarlo, sottoporlo ad una cura antibiotica e di aereosol perchè aveva una tracheite e tutti i linfonodi molto gonfi e la cosa più brutta: il cucciolo era ipotermico. Il veterinario mi disse che avevo 15 giorni di tempo per decidere se tenere il cane o riportarglielo. Non pensai neanche a questa soluzione che forse però sarebbe stata la migliore.
Ho iniziato a curare il cucciolo che continuava ad essere molto timoroso e impaurito. Non ho mai visto miglioramenti. Continuava a tossire e stava un pò meglio solo quando gli facevo l’aereosol. Nonostante l’avessi risverminato più volte il pancino era sempre gonfio, però ha sempre mangiato.
Solo dopo quasi 3 settimane Ciki aveva preso completa fiducia verso di me e mi era sempre appiccicato. Non voleva mai stare solo, è stato il cane più affettuoso che abbia mai visto….
Il 22 di marzo ho visto che aveva qualcosa di grave… l’ho portato di corsa dal veterinario che mi disse che aveva avuto un prolasso dell’intestino e che era una cosa rarissima nel cucciolo. Da lì non è più stato bene. Era affettuoso ma non aveva voglia di giocare, mangiava poco e dormiva sempre.
Sabato 27 marzo ha iniziato a stare ancora peggio. Tremava e sembrava avesse male alla pancia. Non aveva mangiato niente, ma aveva il pancino gonfissimo. Portato dal veterinario, aveva la febbre: gli fece una lastra alla pancia per vedere se vi erano corpi estranei ma non c’era nulla.
Mi disse di tenerlo a digiuno e di tenerlo al caldo e di provargli la febbre di tanto in tanto. Verso sera la temperatura si era abbassata ma continuava a respirare in modo strano dai dolori addominali che aveva.
Domenica 28 la temperatura era stabile, poi tutto in un momento ha iniziato ad abbassarsi. Era arrivata a 37. Ho chiamato subito il veterinario che mi disse che stava collassando. Lo portammo subito in ambulatorio.
Ciki portato a casa era 8 etti, in un mese era arrivato ad 1 kilo. Era magrissimo. Voleva metterlo sotto flebo ma non ci riusciva perchè le vene erano troppo sottili e fragili. Poi ricordo tutto sfuocato… mi ricordo che piangevo e Ciki ogni tanto perdeva conoscenza. Stava morendo, ma ho sperato fino all’ultimo. Poi decisero di operarlo perchè era l’ultima speranza.
Ciki alle 11 di quella mattina mi lasciò.
Non aveva neanche 4 mesi… ho sofferto e soffro tutt’ora…sono cose che non si dimenticano….nessun animale dovrebbe soffrire così!!! Non ho mai saputo con certezza che fosse un cucciolo proveniente dall’Est, ma dopo questa esperienza mi sono informata (era ora) e ho scoperto delle cose atroci: ormai sono quasi certa che Ciki fosse uno di quei cuccioli che arrivano da là.
L’unica cosa che mi rende felice è che Ciki almeno per un mese e mezzo abbia scoperto cos’era l’amore e che si sia sentito coccolato e voluto bene. Anche se per poco è stato felice!
Ciao mio piccolo angelo!
10 – Vi invio copia del documento stilato dal mio avvocato e inviato ai signori XXX:
Oggetto: Risarcimento danni a seguito acquisto cane di razza Bassethound
La presente per richiedere i danni morali e materiali conseguenti all’acquisto del cane in oggetto per certificata malattia CIMURRO come da attestato del laboratorio di analisi Veterinarie San Marco di Padova, che si allega.
• il 16/11/2003, in occasione della Mostra del Cucciolo nella quale eravate espositori, avevo mostrato interesse nell’acquisto di uno dei due cuccioli maschi di Bassethound da Voi esposti;
• nel periodo intercorrente tra il 16/11 ed il 30/11 ho effettuato numerose telefonate al Vs. incaricato, (tel. xxxxxxx) onde accertarmi che il cucciolo visionato in precedenza non fosse venduto e consentendomi quindi di poterlo acquistare il 30/11, data nella quale avrei effettuato un apposito viaggio a Torino dietro appuntamento con Voi.
• Il 30/11, accompagnata dal Sig. YYY, mi sono recata presso di Voi per acquistare il cane, ma lo stesso presentava una tosse persistente che è stata giustificata da Voi come un semplice raffreddore. A dispetto dell’appuntamento concordato, avete insistito per non consegnare il cane onde consentirVi di curare questa malattia da Voi dichiarata lieve.
Tale soluzione è stata da me ben accetta in quanto Vi ho dichiarato che avendo due bimbe di 4 ed 8 anni che desiderano da tempo un cane, oltre che per motivi igienici, era preferibile non farLe avvicinare ed affezionare ad un animale malato che poteva morire.
• Il 30/11 ho provveduto comunque a saldare l’acquisto del cane con un assegno di importo pari a 450,00 Euro.
• Nel periodo intercorrente tra il 30/11 ed il 21/12 ho effettuato numerose telefonate per accertarmi dello stato di salute del cane e ricevendo continue rassicurazioni sia dal sig. XXX, sia dalla sua collaboratrice, che il cane era in netto miglioramento. Per questo motivo avete pertanto stabilito di far ritirare il cane il giorno 21/12.
• Il 21/12 ho effettuato il secondo viaggio a Torino, sempre accompagnata dal Sig. YYY, per ritirare il cane. Purtroppo anche in quella data il cane presentava la stessa tosse del 30/11, cosa testimoniata peraltro anche dalla postilla da Voi apposta sulla scrittura privata di compravendita dietro nostra insistenza. Ovviamente avete più volte asserito che quella tosse sarebbe sparita di lì a pochi giorni somministrando semplicemente lo sciroppo da Voi consigliato e” cambiando aria” e non dovevo in alcun modo preoccuparmi delle possibili ripercussioni fisiche e morali delle mie due bimbe.
• Il 23/12 a causa della persistente tosse, ho sottoposto il cane a visita veterinaria presso la “Clinica Veterinaria Romana San Francesco” di Roma, sentendomi consigliare con stupore un immediato ricovero per chiari sintomi di cimurro. Lo stesso giorno, in occasione del ricovero, il cane è stato sottoposto a prelievo per esame sierologico dal personale della stessa clinica veterinaria.
• All’inizio di gennaio ho preso visione del reperto rilasciato dal Laboratorio privato di Analisi Veterinaria San Marco di Padova, nel quale si attesta la malattia “CIMURRO CANINO”.
• Dal giorno 23/12 alla data odierna sto sottoponendo il cane a continue cure mediche nella speranza di una possibile guarigione.
A seguito di quanto sopra la sottoscritta chiede che vengano da Voi rimborsate tutte le spese di assistenza medica sostenute e da sostenere per le quali Vi rendicontero’ quanto prima l’importo.
Inoltre qualora il cane deceda, oltre i danni materiali consistenti in questo caso nelle spese di trasferta, nell’acquisto del cane, e nelle spese mediche, sarà mia cura quantificare i danni morali derivanti presumibilmente anche dal trauma subito dalle mie due bimbe di 4 e di 8 anni, fatto del quale Vi avevo informato sin dal giorno 30/11.
Bene (anzi, malissimo): direi che può bastare, quindi mi fermo a 10 testimonianze: ma ne ho moltissime altre.
E adesso che avete letto…se sento ancora parlare di “poveri allevatori dell’Est” presi di mira dagli invidiosi allevatori italiani, giuro che partono gli insulti.
Triste storia di un cucciolo dell’Est
di VALERIA ROSSI – Sono trent’anni – giorno più, giorno meno – che faccio battaglie contro il traffico di cuccioli dall’Est europeo e in generale contro tutte le importazioni da canifici (di qualsiasi nazionalità) a venditori cagnari. Ma se all’inizio di questa battaglia eravamo in quattro gatti, oggi siamo veramente in tanti a lottare contro questo traffico: allevatori, animalisti, associazioni, veterinari… perfino i media, anche se con un ritardo almeno decennale, si sono accorti di questo traffico veramente vergognoso e hanno cominciato a parlarne.
E’ stata perfino promulgata una legge che teoricamente (molto teoricamente… perchè, come da proverbio, fatta la legge si è trovato l’inganno, con una bella produzione di documenti falsi) avrebbe dovuto permettere controlli più severi sulle importazioni.
Insomma, si è fatto parecchio (non abbastanza, ma qualcosa sì) per contrastare almeno in parte questo schifoso traffico. E si è fatto decisamente molto, a diversi livelli, per informare i potenziali acquirenti.
Ma che cos’è cambiato?
Niente, o quasi.
Moltissime persone cadono ancora nella rete dei trafficanti, perfino quando sanno perfettamente dell’esistenza di un traffico di cuccioli: perché di fronte a un musetto che sprizza tenerezza da tutti i pori, purtroppo, tutte le difese crollano.
L’ultimo esempio in ordine di tempo è quello di Francesco, a cui lascio direttamente la parola perché la sua testimonianza è un esempio veramente lampante di come si possa cadere in questa vergognosa rete.
Vivo da qualche mese insieme alla mia ragazza con la quale abbiamo deciso di affrontare la bella avventura di adottare un cucciolo da crescere insieme. Dopo diverse settimane di ricerche ho trovato l’annuncio di un privato che vendeva cuccioli di Akita Inu. Dopo diverse telefonate ho ritenuto di potermi fidare e mi sono recato a casa sua per vedere i cuccioli disponibili (due, in questo caso).
Entrati in casa vediamo subito questi meravigliosi cuccioli, piccoli e tenerissimi (il privato sosteneva che avessero 75 giorni).
Dopo una chiacchierata e un caffè arriva il momento più difficile: sceglierne uno da portare via con noi. Ci rechiamo così dal suo veterinario di fiducia perchè il venditore “voleva garantirci che stavamo portando a casa un cucciolo sano”.
Il veterinario effettua una visita sommaria (battito, temperatura, orecchie ecc.) e ci da una compressa di Drontal per la sverminazione, dicendoci che probabilmente per due o tre giorni il piccolo avrà diarrea.
Da premettere che Kenta (così abbiamo chiamato il nostro cucciolo, che è quello che vedete nelle foto), è il nostro primo cane, per cui ci siamo fidati del veterinario e siamo tornati a casa del venditore per concludere l’acquisto.
Gli chiedo se è possibile vedere i genitori del cane e a questo punto, mostrandoci il passaporto, lui ci dice che i genitori sono in Slovacchia. Dopo tutte le storie di queste “tratte” di esseri viventi dall’Est che si sentono al telegiornale, questa risposta fa scendere il gelo nella stanza, mentre Kenta tra le braccia della mia ragazza le mordicchia le dita.
Ci eravamo già innamorati di lui, non lo avremmo lasciato lì.
Non eravamo al corrente di questo prima di recarci dal privato, eravamo convinti che fossero nati a casa sua, magari perchè possedeva uno dei due genitori…
Il privato ci dice che li alleva un suo parente all’estero e che glieli consegna personalmente con tutte le carte in regola, prendendosene cura durante il viaggio nel modo dovuto.
Decidiamo di fidarci, anche perché sul passaporto erano segnati tutti i vaccini (stiamo scoprendo giorno per giorno la triste realtà di questo maledetto traffico e di tutti i retroscena che gli fanno da contorno) e il veterinario ci aveva rassicurato sulla salute di Kenta.
Così pago il cucciolo e andiamo a casa.
Oltre al passaporto il venditore ci consegna un modulo per la cessione del cane che noi avremo poi dovuto portare alla ASL della nostra città, ma nessun documento d’iscrizione all’anagrafe canina (che mi sono fatto mandare via fax dopo qualche giorno. Era timbrato dall’ ASL, ma la data era uguale a quella della spedizione: qualcosa non torna, perchè doveva essere datato molti giorni prima).
Quando arriviamo a casa Kenta è molto vivace e mangia come un leone.
Tutto nella norma e noi… felicissimi. Ha un po’ di diarrea, ma non ci allarmiamo: il veterinario ce l’ha detto, è normale che il farmaco abbia questo effetto.
Passiamo due giorni felicissimi col nostro meraviglioso Kenta. Finalmente abbiamo il nostro”bimbo”.
Lunedi iniziano i primi sintomi di quelle che poi sono diventate due settimane di calvario. Innappetenza, poca voglia di giocare, ma le coccole… quelle le fa, ci vuole già’ bene. E noi a lui.
E’ intelligente, in un giorno ha imparato a fare i bisogni sulla traversina: non sbaglia un colpo. Il nostro piccolo è meraviglioso.
Martedi è il giorno della visita dal nostro veterinario di fiducia, ma Kenta prima dell’ora dell’appuntamento giace immobile sul cuscino che gli avevamo comprato…
Sguardo spento, irrigidito, non sta per niente bene. Avvolgo Kenta in una coperta e via. Come un fulmine corro in clinica, dove Kenta viene ricoverato perchè, sebbene non fossero ancora chiare le cause, è fortemente disidratato e debilitato.
L’esame delle feci rivela una parassitosi da coccidi, ma i sintomi peggiorano nonostante le cure, tanto da far pensare alla parvovirosi, per la quale doveva già essere stato vaccinato.
Diarrea emorragica e vomito inarrestabile lo debilitano ogni giorno di più, nonostante le continue cure. Il vomito causa poi una polmonite ab ingestis che lo porta a morire dopo due settimane di ricovero in clinica.
Siamo distrutti, gli siamo stati accanto tutti i giorni e abbiamo sperato di salvarlo fino alla fine.
E lui ha combattuto con tutte le sue forze, povero piccolo.
E’ stato orribile vederlo soffrire così.
Dopo aver visitato un allevamento serio di Akita Inu abbiamo capito che il passaporto era falso, e col passaporto probabilmente lo erano anche tutti i timbri e le etichette dei vaccini: infatti il nostro piccolo non poteva assolutamente avere due mesi e mezzo. Abbiamo scoperto che un Akita di quell’età è all’incirca il doppio di Kenta.
Kenta si è ammalato perchè è stato tolto troppo presto dalla mamma e probabilmente ha viaggiato senza alcuna vaccinazione e in condizioni precarie.
Kenta ha sofferto tanto ed è morto perchè queste persone spietate pensano solo ad arricchirsi e trattano gli animali come oggetti.
Noi abbiamo sbagliato perchè avremo dovuto essere molto più informati: ma abbiamo agito in buona fede e una volta capito l’errore, avremo dato tutto l’oro del mondo per salvarlo.
Non fate mai il nostro stesso errore perchè è orribile veder soffrire queste dolcissime creature e inoltre contribuireste ad alimentare questo assurdo e già enorme traffico. Piuttosto lottate, come stiamo facendo noi dopo questa brutta esperienza, per fermare questa atroce ingiustizia.
Come si può facilmente intuire, i cagnari hanno il gioco facile, anzi facilissimo, nel turlupinare persone già innamorate del batuffoletto di pelo che hanno tra le braccia.
E anche se queste persone hanno letto articoli e libri, hanno visto trasmissioni TV, hanno piena consapevolezza dell’esistenza del traffico di cuccioli…pur di non rinunciare a quel piccoletto che ha già conquistato il loro cuore sono disposti a bersi qualsiasi panzana: il parente slovacco, l’età diversa da quella che dimostra il cucciolo (d’altronde, come può un neofita sapere quanto dev’essere grande un cucciolo di 75 giorni?), le rassicurazioni del veterinario che, in molti casi, è complice del cagnaro… ma in altri può anche essere in buona fede, perchè le malattie virali più comuni, quelle che uccidono un buon cinquanta per cento dei cuccioli provenienti dai canifici dell’Est, hanno un’incubazione abbastanza lunga, e finché non diventano sintomatiche il cucciolo appare sanissimo anche agli occhi del medico.
L’unico modo per difendersi da queste vere e proprie trappole per ingenui è chiedere, per primissima cosa, se i genitori dei cuccioli sono visibili.
Almeno la madre, perché il padre potrebbe anche vivere altrove… ma la madre DEVE essere presente insieme alla cucciolata. Se così non fosse, non andate neppure a vedere i cuccioli.
Girate alla larghissima. Non lasciatevi neppure incuriosire.
Tagliate immediatamente ogni contatto già per telefono, perché farlo di persona, con il cucciolo che vi mordicchia i piedi, diventa immensamente più difficile.
Ricordate: non tutti i privati sono importatori e/o cagnari, ma ormai MOLTISSIMI cuccioli dell’Est vengono smerciati proprio attraverso famiglie private, sia per aggirare più facilmente le leggi sulle importazioni, sia per risultare più “appetibili” agli occhi del cliente.
Molta gente, infatti, ha ormai cominciato a diffidare dei negozi, delle fiere del cucciolo, degli allevamenti multirazza… ma il privato ispira ancora simpatia e fiducia.
Fa pensare alla classica cucciolata “di casa” allevata con tanto amore e ceduta a un prezzo abbordabile (purtroppo il primo specchietto per le allodole è sempre il prezzo: il cliente va dal privato anziché dall’allevatore perché pensa di “fare l’affarone”).
I risultati, purtroppo, sono quelli che avete appena letto.
- i canifici dell’Est (e non solo dell’Est) producono cani come se fossero oggetti, badando SOLO a spendere meno possibile: quindi cibo di scarsa qualità, nessuna sverminazione o vaccinazione, condizioni igieniche deprecabili e così via;
- le cagne vengono fatte partorire ad ogni calore e vengono tenute in gabbie per tutta la vita (a volte sollevate da terra in modo che le deiezioni escano: a volte neanche quello);
- i controlli sanitari non esistono, come non esistono le vaccinazioni. Tantomeno esistono i controlli morfologici o gli esami per le malattie genetiche (la maggior parte dei cagnari non sa neppure che esistano, ma anche sapendolo si guarderebbero bene dallo spendere i soldi necessari per eseguirli);
- i pedigree, quando ci sono, sono immancabilmente falsi; dopo l’entrata in vigore della nuova legge, invece, i passaporti e i libretti sanitari sono quasi sempre veri… ma non danno alcuna garanzia, perché basta un veterinario compiacente per appiccicare bollini e firmare libretti senza che il cucciolo abbia mai ricevuto alcuna vaccinazione (ricordiamo, tra l’altro, che una vaccinazione eseguita prima dei 50 giorni è praticamente inutile);
- i cuccioli vengono tolti alla madre appena svezzati, intorno ai trenta-trentacinque giorni, e caricati su furgoni o camion (ultimamente anche in macchina, perché i controlli sono meno frequenti) a centinaia, dentro gabbie per polli o conigli o addirittura stivati sotto i sedili;
- a causa di queste terrificanti condizioni di allevamento, i cuccioli hanno un sistema immunitario debolissimo e sono facile preda di qualsiasi malattia: tra queste, purtroppo, sono frequentissime quelle virali, come cimurro e parvovirosi, che risultano quasi sempre letali;
- arrivati in Italia, i cuccioli sopravvissuti (anche meno della metà, per ogni viaggio) finiscono nei negozi, negli allevamenti multirazza (da 10 razze a 100), nelle fiere del cucciolo e recentemente anche in famiglie private che li smerciano raccontando storie inesistenti (dalla fattrice amatissima che è morta mettendoli al mondo al parente lontano che li ha incaricati di vendere i cuccioli perché lui non se poteva occupare…e mille altre panzane tese a giustificare la mancanza della madre dei piccoli);
- i cuccioli, alla fonte, vengono pagati 50/150 euro l’uno (a seconda della razza)…e rivenduti a prezzi che possono variare dai 4-500 euro ai 2-3000 euro per le razze più “pregiate”. Alcuni cagnari, incredibilmente, vendono queste povere creature a prezzi addirittura superiori a quelli di un buon allevamento italiano;
- i cuccioli (specie in negozio o nei sedicenti “allevamenti” che in realtà sono importatori a tutti gli effetti) vengono venduti quasi sempre con garanzia di 24-48 ore o di una settimana, quando le malattie infettive più gravi hanno un’incubazione di almeno 10 giorni;
- i cuccioli invenduti, se crescono troppo e non sono più appetibili per il cliente, vengono fatti misteriosamente “sparire”;
- i contratti di acquisto, quando esistono, comprendono clausole vessatorie ed assurde: per esempio, non puoi andare da un veterinario prima di 3 giorni o DEVI rivolgerti al loro veterinario di fiducia. Queste clausole NON sono valide, ma l’acquirente medio non lo sa e quasi sempre le rispetta.
La metà circa dei cuccioli di provenienza cagnara SI AMMALA – e spesso muore – entro una settimana-dieci giorni dalla vendita. Quelli che sopravvivono, in compenso, presentano quasi immancabilmente uno o più di questi problemi:
1. Tipicità scarsa o nulla: il cane somiglia vagamente alla razza che dovrebbe rappresentare, ma le differenze con i “veri” soggetti di quella razza sono eclatanti;
2. Malattie genetiche (displasia dell’anca e/o del gomito, cardiopatie, patologie oculari) in una percentuale del 40-50% superiore alla media della razza;
3. Problemi comportamentali come mordacità, iperattività, timidezza, fobie, ecc. legate alla deprivazione: il cucciolo ovviamente non ha modo di interagire con la madre e i fratellini durante i periodi sensibili, non riceve un’adeguata impregnazione e tantomeno una socializzazione corretta, insomma è destinato a presentare clamorose lacune caratteriali che solo in rari casi (e con grandi dispendi di energie e spesso anche di denaro) si riescono a superare;
4. Sistema immunitario debole, anche in età adulta e quindi sarà facile preda di tutte le malattie che possano venirvi in mente.
5. Potrebbe portare in Italia germi, batteri e virus tipici della sua zona di nascita, contro i quali i cani “nostrani” non hanno difesa. Qualche anno fa, dall’Ungheria, arrivò un tipo di parvovirosi contro cui le vaccinazioni erano inutili, perché apparteneva ad un ceppo sconosciuto. Prima ancora era arrivato un ceppo letale di cimurro.
Vale davvero la pena di mettersi in casa uno di questi cuccioli, solo per risparmiare qualche euro?
Purtroppo, per moltissime persone, la risposta è ancora “sì”. Anche per colpa della stupidissima propaganda animalista secondo la quale gli allevatori sarebbero tutti “criminali sfruttatori di esseri viventi”, la gente tende a rivolgersi al privato, che ovviamente non parlerà mai di “prezzo” del cucciolo, ma di “rimborsi spese”.
L’ultima frontiera della truffa cinofila è quella del cucciolo “gratis, pagando solo le spese di viaggio”: arriva una email in cui una persona, o una coppia, sostiene di doversi disfare di una cucciolata – ovviamente bellissima, di purissima razza, allevata con taaaanto amore ecc.ecc. – per motivi vari. Siccome vogliono solo che i cani vadano a star bene, non chiedono un centesimo, ma solo le spese di viaggio, rigorosamente aereo perché questi personaggi vivono sempre dall’altra parte del mondo.
Il cliente boccalone, convinto di aver fatto l’affare della sua vita, paga il trasporto aereo (2 o 300 euro) e aspetta trepidante un cucciolo che non arriverà mai, perché non è mai esistito.
In alcuni casi la truffa viene ulteriormente perfezionata raccontando che c’è stato un blocco in chissà quale dogana, che il cane è rimasto intrappolato all’aeroporto di Vattelapesca e che bisogna pagare una cifra X (di solito 1000 euro) per permettergli di riprendere il viaggio, altrimenti potrebbe morire di fame e di sete, povera stella, bloccato in quell’aeroporto. Diversa gente ha smenato anche questi soldi, sempre per non veder arrivare un beatissimo nulla.
Confrontata al traffico dei cani dell’Est, lo confesso, questa truffa mi è quasi simpatica: perché se non altro si vendono cani virtuali, che esistono solo nella fantasia dei truffatori e nei sogni degli ingenui acquirenti. Nessuno viene sfruttato, nessuno soffre, nessuno si ammala e muore.
Al contrario, i cuccioli dell’Est sono VERI. Sono esseri viventi, reali, sensibili, capaci di soffrire: e soffrono, accidenti se soffrono, vittime della cupidigia degli sciagurati venditori e dell’ingenuità di chi ancora non vuole accettare la realtà e spera di essere l’unico fortunato che davvero otterrà un cane bellissimo e dolcissimo risparmiando qualche centinaia di euro rispetto al prezzo di un buon allevatore.
Peccato che il risparmio poi lo rispenda, spesso moltiplicato per dieci, in spese veterinarie che spesso non bastano neppure a salvare il cucciolo.
Come dicevo all’inizio, sono trent’anni che ripeto queste cose. Le dico a tutti quelli che conosco, le scrivo, le pubblico, le ripeto talmente spesso da averne quasi la nausea.
Oggi le ho ribadite per l’ennesima volta, e non credo di essere stata più convincente del solito: qualcuno continuerà a cascarci, qualcuno che cade nella trappola ci sarà sempre.
Però, magari, UNA singola persona che ancora non sapeva nulla del traffico di cuccioli potrebbe aprire gli occhi, evitando di farsi accalappiare: ed io sarei già contenta. Però, se ognuno di voi che leggete – proprio stile catena di Sant’Antonio – farà conoscere questa realtà a qualche amico, parente, conoscente o amico di FB… chissà, magari le persone capaci di aprire gli occhi potranno diventare due, dieci, venti.
C’è ANCORA bisogno di tanta informazione, e per questo siete tutti pregati di aiutarci a diffonderla… ma soprattutto c’è bisogno di un po’ di buon senso.
C’è bisogno che la gente capisca, una buona volta, che non si trovano da nessuna parte le Ferrari al prezzodi una Cinquecento: che bisogna mettersi il cuore in pace ed accettare il fatto che un cucciolo di qualità – bello, di buon carattere e soprattutto SANO – è frutto di un lavoro impegnativo e molto, molto costoso, che porta conseguentemente ad un certo prezzo.
Se non volete spendere, i canili strabordano di cani assolutamente gratis.
Se però volete un cane di razza, dannazione, andate da un allevatore serio. Perché i cani di razza “nei saldi” non esisteranno mai e non li troverete mai.